Una delegazione di famigliari di deportati dall’Italia con il trasporto 81 ha partecipato alla cerimonia internazionale a Flossenbürg.
Mariuccia e Roberta Noghera di Vercana hanno ripercorso le tappe della drammatica vicenda del nonno Americo Vanoli, recandosi, con Giovanni Pusterla, al sottocampo di Lengenfeld, dove hanno deposto fiori e incontrato il sindaco e lo storico che si occupa delle ricerche sulle marce della morte.
Americo Vanoli, penultimo di quattordici figli di Fedele e Maria Angelinetta, nacque a Vercana il 19 agosto 1907.
Nel 1935, sposò Iride Vanoli. Con lei gestì l’osteria “Fidelot”, nella frazione di Vico. Dal matrimonio, nacquero Lidia (1936), Mariuccia (1939) e Giuliana (1942). Nel 1927, Americo prestò servizio militare presso il 5° Reggimento Alpini “Battaglione Morbegno”. Nel 1939 a causa dell’handicap ad una mano evitò il richiamo alle armi e venne congedato. Subito dopo l’armistizio Americo prestò assistenza con altri civili ai militari sfuggiti alla cattura dei tedeschi e determinati a resistere. Un gruppo si raccolse sull’Alpe di Graglio, sopra Vercana, sin dal 13 settembre 1943, a cui si unirono successivamente anche giovani locali renitenti alla leva fascista. La formazione partigiana, comandata dal farmacista di Domaso, dottor Mario Gazzaniga, ex capitano medico degli alpini assunse il nome di Rulù, dalle iniziali della studentessa universitaria, Rumi Luisa Elena, che si era distinta nella raccolta di fondi, indumenti e cibo. Dopo i fatti di Livo, forse a seguito di una delazione, Americo venne invitato a presentarsi in caserma a Gravedona per accertamenti. Il 9 luglio 1944 fu arrestato e trasferito al carcere milanese di San Vittore e il 17 agosto nel Lager di transito di Bolzano – Gries. Riuscì a scrivere a casa e tutte le sue preoccupazioni erano per moglie, figlie e parenti; ancora non conosceva il suo destino e il morale era buono, forse anche per rassicurare la famiglia. Il 5 settembre fu deportato con il “Trasporto 81” a Flossenbürg, con altri 431 nemici politici del Reich, tra i quali c’erano Teresio Olivelli, Edoardo Focherini e i comaschi Aurelio Bancora, Ettore Roncoroni e Giuseppe Rovescala tutti deceduti nei Lager.
Il Lager di Flossenbürg era sotto il controllo delle SS. Migliaia di deportati provenienti da 47 Paesi, considerati “sottouomini”, erano costretti al lavoro forzato e schiavistico in condizioni terribili, vittime di continue violenze. L’11 ottobre, Americo venne trasferito al sottocampo di Lengenfeld. Allo stato attuale delle ricerche, non è possibile sapere con certezza il luogo della sua morte. Potrebbe essere avvenuta a Lengenfeld, tra il 9 e il 13 aprile 1945, oppure dopo il 14, quando il campo venne evacuato e i prigionieri furono costretti alla “marcia della morte”. Nel dicembre 1947, gli è stata riconosciuta la qualifica di “Partigiano Combattente Disperso”.